Attraverso nuovi occhi.

Attraverso nuovi occhi.

Sono stata assente per un po’ e sono sempre la stessa (più o meno) con la mia terapia, tutto il resto e bla bla, ma alla fine non si può sempre essere presenti; un po’ come quando a scuola si andava in ferie (Mamma sai che non é vero!) e quindi la tua assenza era scritta nero su bianco sul registro della Prof.

Secondo voi perché ho fatto questo entusiasmante tuffo nel passato? Dopo ben 17 anni ho rimesso piede in un liceo, in una classe e vicino ad una vera Prof dietro ad una cattedra!

Salto la parte di quanto fossi in imbarazzo ma potete immaginare la mia faccia e le mie mani gesticolare come fossi un giocoliere. Ho raccontato alla 5C del Liceo Linguistico di Porto Torres, della nascita del mio blog, hanno ascoltato la mia storia sino ad oggi ma sopratutto hanno colto diverse sfumature dalle quali hanno raccolto alcuni pensieri che ho il piacere di condividere con voi.

Grazie ragazze e ragazzi e grazie Prof.

“Defender la alegría como un derecho defenderla de dios y del invierno de las mayúsculas y de la muerte de los apellidos y las lástimas del azar y también de la alegría”

‘Defender la alegría” Mario Benedetti.

Cara camilla, Siamo i ragazzi della 5C Linguistico dell’istituto “Mario Paglietti” di Porto Torres e oggi abbiamo “invaso” il tuo blog per farti leggere i versi di questo poeta uruguaiano che ha suscitato in noi una forte emozione e ci ha ricordato l’incontro avuto con te nella nostra scuola. Questa strofa ci ricorda che dobbiamo difendere l’allegria nonostante ciò che ci succede nella vita.

Ti dedichiamo anche alcune nostre riflessioni scaturite dal racconto della tua esperienza in classe.

“Dall’incontro con Camilla ci é stato insegnato tanto. A parer mio ha insegnato la voglia di andare avanti nonostante la malattia, continuare a fare quello che si faceva prima. Mi ha colpito molto la storia del suo cagnolino Filippa; ha proprio ragione, gli animali sono molte volte la soluzione ai problemi, loro sono li per starci vicino e aiutarci. Posso dire che sei una ragazza dolcissima, con tanta voglia di vivere e lottare. Non ti sei mai abbattuta e sei un esempio per tante persone. Grazie per aver raccontato la tua storia .” Giorgia T.

“Esprimete ciò che sentite, non abbiate paura delle conseguenze, perché il tempo non fa sconti a nessuno. Amate, buttatevi a capofitto in ogni cosa vi dia emozioni forti. Le persone sono lo spettacolo piú bello del mondo e non si paga il biglietto.” Charles Bukowski. È il mio poeta preferito e questa frase mi ha ricordato te. Resiliente. Possiedi una forza talmente positiva che si sente fin dentro le ossa e mi ha trasmesso tutto questo: la voglia di continuare ad andare avanti, lottare, di conoscere sempre di più, nonostante tutto quello che può succedere.” Martina G.

“Resisti e abbi coraggio, perchè la cura ti porterà nuova vita.” Christian F.

“Ti dedico le parole di una canzone. Darò il meglio di me e niente mi fermerà se non l’intervento divino.” Micaela M.

“Il cancro non è una sentenza, è solo una diagnosi. La cura è la positività.” Gabriele P.

“La rinascita non inizia con la sconfitta della malattia, ma nel momento in cui si accetta che doveva andare cosí, e quello che ti ha riservato il destino è percepire al massimo la vita che ti è stata donata una seconda volta.” Giovanna C.

“I’m yours” Jason Mraz.

Buon anniversario a Noi!

Buon anniversario a Noi!

Ho imparato ad aspettare;

Ho imparato ad aver pazienza, dicono sia la virtù dei forti e ci credo sempre di più;

Ho imparato che i limiti si possono superare o comunque si può convivere con loro;

Ho imparato che siamo capaci di adattarci a tutto, se lo si vuole;

Ho imparato a respirare, sentendo il suo peso perché, anche quando ti sembra di essere sott’acqua, anche quando ti sembra che l’aria stia finendo, stai continuando a respirare quindi fermati e ascolta il tuo respiro;

Ho imparato a gioire per una pet ma anche piangere per lei;

Ho imparato a chiedere aiuto, qualche volta;

Ho imparato ad aver paura ma ho imparato anche a convivere con lei sino a farla diventare mia amica;

Ho imparato che avere una famiglia come la mia, sia una fortuna indescrivibile;

Ho imparato che l’amore esiste, che quando è quello giusto, non scappa ma affronta la tempesta insieme a te (senza ombrello!);

Ho imparato che l’amicizia è, è fondamentale nella vita;

Ho imparato ad amare i tramonti, a inseguirli e a restare sbalordita;

Ho imparato che anche quando si è tristi o arrabbiati, bisogna essere gentili;

La vita è bella quindi, anche se a volte è difficile, anche se a volte non è esattamente come vorremmo, accetta ogni suo lato, ogni suo spigolo e goditela perché è una!

Ho imparato che si può convivere con un cancro metastatico per 7 anni, da 7 anni amici miei, 7 anni di terapie, di radioterapie, di interventi, di ospedali, di 21 giorni, di trasferte, ma anche 7 anni di risate, di sorrisi, di incontri, di viaggi meravigliosi e soprattutto 7 anni di Vita.

Ad altri 7, a Me e a noi, Signor C perché sai, devo imparare ancora tante cose!

I love you baby 💕

“Ho imparato a sognare” Negrita

Old vs new

Old vs new

È da molto che non scrivo, ammetto che qualche mese fa mi ero persa, non riconoscevo più la Camilla che mi si era presentata 6 anni fa, era una Camilla diversa (lo dicevo sempre alla mia psicologa che qualcosa in me era cambiato, ero diversa), se n’era accorto anche il mio Oncologo, in cerca della vecchia Cami.

Andavo a fare la terapia svogliata, e io ci andavo sempre con il sorriso, agli occhi di molti sembravo una strana lo so, mi è capitato di piangere durante la terapia, in silenzio, non ho stretto legami con nessuno, cosa più unica che rara, ho scambiato solo poche parole, chiudevo gli occhi e dormivo ed ero arrabbiata, tremendamente arrabbiata poi chissà con chi.

Quella terapia non mi piaceva (e non ero io a non piacere a lei sia ben chiaro) perché l’ho fatta in un periodo triste, troppo triste, un periodo in cui sentivo ancora di più il peso delle ingiustizie della vita intorno a me, gli effetti collaterali mi facevano male, un male non solo fisico ed ero arrabbiata con molte persone della mia vita senza mai averglielo detto, forse; ma sono tornata Mondo e questa volta andrò a fare la mia nuova terapia (richiesta per uso compassionevole, che spasso!) salterellando anche con la stampella (ma questa è un altra storia che vi racconterò se avrete voglia di ascoltarla).

Ho sempre pensato che la qualità della vita fosse il fulcro di tutto, ho sempre detto che vivere bene sia di estrema importanza, anche se non sappiamo quanto, e dico sempre che dobbiamo cercare di fare tutto ciò che desideriamo fare e sapete, le cose che ci sembrano più banali, le più scontate, sono davvero le più belle che questa vita ci offre, facciamoci caso.

La ragazza con il turbante

“All I know so far” Pink

Il rispetto è una gran cosa!

Il rispetto è una gran cosa!

Non bastava un cancro metastico, ci voleva anche la pandemia!

Lo so che siamo tutti nella stessa barca, che siamo tutti stufi, arrabbiati, repressi e forse un po’ depressi, vorremmo tornare indietro di un anno, tornare a quel 2019 che tanto ci sembrava brutto ma che in fondo non era poi così male (si stava meglio quando si stava peggio amici miei.)

Qualche giorno fa mi sono svegliata con l’irrefrenabile voglia di scrivere un post di protesta contro il covid-19, non l’avevo ancora pubblicato, ero indecisa se farlo o meno, ultimamente sto tralasciando il mio mondo del blog (ne parleremo in un altro capitolo) ma, tornando a te covid-19, parliamoci chiaro, voglio capire sino a dove vuoi arrivare, stai distruggendo un mondo intero, hai portato via tante persone, hai e stai continuando a creare tanti e troppo problemi collaterali, da un punto di vista sanitario ed economico, e tutte quelle belle cose che ci girano intorno, ma la cosa che quella mattina mi ha fatto decidere di protestare è che caro Covid, ci stai rubando tempo.

Si, stai rubando tempo prezioso my friend e dovrai restituircelo in qualche modo (questa è una minaccia).

Il tempo è ciò di più bello che noi abbiamo, non si compra, non lo trovi nei banchi della frutta ne vicino ai biscotti, ne tantomeno vicino ai deodoranti, se fosse un prodotto commerciale sarebbe il lievito di birra ai tempo del lockdown, ovvero tutti lo vogliono ma, ahimè, spariva troppo velocemente.

Ora, non voglio fare la povera triste ragazza malata di cancro che fa quei discorsi su quanto mi resta da vivere e bla bla perché di fatto, solo il buon Signor C. lo sa, ma sono pensieri che esistono, sono pensieri comuni a tutti e ancora più comuni in chi vive con quella sensazione che solo una gran bella malattia sa regalarti e non voglio sentire i soliti discorsi sui modi di morire più assurdi, sono probabilità, probabilità.

Io voglio abbracciare mamma, voglio abbracciare papà, voglio abbracciare i miei amici e voglio sentirmi libera di poterlo fare come quando il covid-19 non era tra noi. Non si può neanche

più piangere per strada perché nessuno si avvicinerebbe a chiederti se va tutto bene, non si può neanche inciampare per strada perché, probabilmente dopo, dovremmo offrire il gel disinfettante al nostro soccorritore e se non ce l’hai è un gran casino, non possiamo più vedere i sorrisi delle persone perché si, gli occhi sorridono ma la bocca sorride meglio, è il suo compito d’altronde.

Voglio tornare a viaggiare, voglio mettere la spunta sulla mia lista delle cose da fare e voglio vedere troppe cose del mondo, troppe!

Voglio andare nel mercato più affollato del mondo, voglio stringere le mani, voglio sedermi su un autobus, su un aereo o in una sala d’attesa e poter parlare con i miei vicini di sedia, come ho sempre fatto (perché niente è più bello di conoscere le persone e sentire le loro storie), ma per adesso dobbiamo solo rispettarci a vicenda, è questo il punto fondamentale che molte persone non hanno ben capito, dobbiamo rispettarci, da lontano, a distanza, mettendoci la mascherina, mettendocela bene e comportandoci meglio di come ci stiamo comportando, non facendo i furbi perché abbiamo visto che non serve proprio a niente, tutto questo con la speranza di poterci incontrare per strada, riconoscendoci e poterci riabbracciare di nuovo, come ci piaceva tanto fare.

Se non volete farlo per voi, fatelo per chi amate, fatelo per chi è appeso ad un filo sottile e fatelo per chi ci salva in quegli ospedali, perché loro fanno il possibile.

Fatelo, per favore.

#fuckcancer

#fuckcovid

With Love,

La ragazza con il turbante

Goodbye SYD

Goodbye SYD

Ebbene si, mi hanno fatto fuori dal protocollo sperimentale e no, non perché mi sia comportata male e neanche perché il Signor C. stesse esplorando nuove terre anzi, proprio lui devo dire che è rimasto secco e pesto (spero molto pesto), ma bensì perché il mio fisico non sopportava più la tanto amata e odiata chemio che con il suo animo distruttivo non guarda in faccia nessuno.

Ho sempre dato la giusta importanza ai miei organi, forse perché quando fai 18.952 tac e/o simili, inizi ad apprezzarli e a conoscerli meglio, ho odiato chi mi ha tradito tanto da eliminarli e ho amato chi ha combattuto con me contro il mio inquilino tanto da ripulirsi completamente.

Ma quando i tuoi organi decidono di arrendersi agli eccessivi effetti collaterali della terapia di cui si nutrono ogni mese, allora si che ti arrabbi veramente e inizi a parlare a te stessa cercando di convincerli, cercando di motivarli, le provi tutte ma quando capisci che non ti ascoltano e, soprattutto, non ti rispondono più, realizzi che sono stremati e li vedi sventolare bandiera bianca.

I miei capelli hanno deciso di andarsene, le mie piastrine si facevano desiderare, la mia pelle chiedeva pietà ma i miei occhi, i miei occhi hanno deciso per me, non erano più in grado di sopportare tutta quella violenza, quell’onda anomala che scorrendo nelle mie vene invadeva il mio copro, un’onda buona perchè voleva aiutarmi ma non sapeva che in ogni posto in cui si infrangeva, provocava dei danni.

Non vi elencherò i danni effettivi, sarebbe troppo noioso, ma i miei occhi sono in fase di recupero, i miei capelli ripartono da zero e la mia pelle ritornerà ad essere bianca (certo, andare in vacanza a Miami non ha aiutato, ma ne è valsa la pena!).

La mia carriera da cavia per ora è archiviata, torno alla base e quindi “nuovo giro nuova corsa baby”.

Guardate ogni cosa che vedete.

“Don’t take my sunshine” The Soul Children

La ragazza con il turbante

In trial we trust!

In trial we trust!

La mia vita è divisa tra le esterne a Milano, gli appuntamenti con Mamma al fuckcancer rock show (avremmo dovuto chiamare così le presentazioni del nostro libro) e tutto il resto che riesco ad incastrare.

Non sono ancora riuscita a scrivere qualcosa di realmente interessante per raccontarvi la mia avventura nel trial clinico, è davvero difficile riportare nero su bianco quello che mi frulla in testa.

Potrei raccontarvi della mia lingua blu o della mia faccia da pugile, di quelli scarsi che perdono tutti i match prendendo una serie di diretto-gancio in piena faccia, ma non ho ancora trovato il modo giusto per raccogliere tutte le mie idee, tutte le mie sensazione e tutto ciò che riguarda il mondo di una cavia.

Però c’è una cosa che provo sempre.

Una sensazione positiva, sana e bella che riesco a sentire senza farla svanire quando vengo assalita da pensieri dominati dalla stanchezza, dalla rabbia per gli imprevisti e dalle difficoltà che circondano la vita di un qualsiasi pendolare in campo sanitario, perché è pieno di difficoltà, non voglio mentire, ma ciò di cui vi parlo è l’orgoglio; si, sono fiera di far parte di un trial clinico.

Sapete, quando si è in questa fase della malattia o comunque quando per vivere si è legati ad una terapia, si è grati di poterne fare una e ci si sente fortunati, io mi sento fortunata.

La speranza è proprio l’ultima a morire o almeno bisogna credere che sia davvero lei a farlo per ultima.

Sono fiera di far parte di una trial clinico, di far parte del mondo della ricerca perché se io faccio questa terapia è anche grazie a pazienti che hanno investito su loro stessi, che si sono sottoposti alle fasi iniziali di un trial, come di tutto ciò che ci sparano in vena.

È una sorta di grande responsabilità verso il futuro, se dovessero utilizzare la mia tanto amata quanto odiata terapia come farmaco a disposizione di tutti e di tutti gli ospedali, avete forse il coraggio di dire che non sia una gran figata per me?! Menandomela un po’ potrò dire di avere una piccola percentuale di merito!

Detto ciò, non voglio passare per Madre Teresa, per la paladina delle terapie, lo faccio perché mi serve ma, a me ed al mio animo da infermiera inside, serve anche pensare che tutto questo potrà aiutare un giorno qualcuno (anche se quest’anno a Babbo Natale vorrei chiedere di far sparire le malattie dal mondo).

Io credo sempre di più nelle terapie, nonostante tutto.

La vita continua dove ci sono terapie sperimentali, anche!

“What a wonderful world” Luis Armstrong

La ragazza con il turbante

Ciclo II

Ciclo II

Come vi ho accennato, ho vinto una terapia sperimentale a Milano e ciò prevede diverse trasferte, esattamente una alla settimana!

Chi mi conosce bene sa che non sono di poche parole, tutt’altro direi, quindi potete immaginare con quante persone ho parlato durante le mie gite fuori porta.

Ho incontrato tassisti gentili che mi hanno raccontato pezzi della loro storia e di quanto sia meravigliosamente straordinaria la Sardegna e delle loro vacanze future, ho parlato con pazienti oncologiche di svariate età e con altrettanti svariati modi di affrontare la malattia e ho ricevuto un regalo da una di esse che porterò sempre con me, ho parlato con il mio vicino di aereo, un fantastico bambino di sette anni, quasi otto veramente (come ha sottolineato lui!) che mi ha fatto trascorrere un’ora super divertente facendomi dimenticare, quasi del tutto, le mie paure dell’aereo (i bambini hanno un potere magico) e ho incontrato una signora sull’autobus che quasi non credeva alla mia diagnosi e al motivo per il quale fossi a Milano perché riusciva solo a dirmi quanto fossi bella e giovane (grandi dosi di autostima!).

Ho incontrato tante persone con tanto da raccontare.

Penso che questo sia uno degli aspetti più belli ed interessanti di questo nuovo capitolo della mia vita, non troppo semplice lo ammetto.

Parliamo con chi abbiamo affianco, ascoltiamo di più… arricchisce l’anima!

Cit.

I : “Tu parli tanto?”

Io: “Si, molto e tu?”

I : “Certo, te l’ho chiesto per questo, ora ti faccio qualche domanda!”.

“Vivere” Vasco Rossi

La ragazza con il turbante

Giorno 1

Giorno 1

Che cosa vuol dire entrare in un trial clinico? Una terapia sperimentale??

Fa molto grey’s anatomy si, o perlomeno, per me che sono una grande fan dei medical drama ma drama per eccellezza, quelli in cui succedono tutte le tragedie, che forse non succedono neanche in 50 anni di storia, fa proprio telefilm americano!

Ma non è un telefilm, e neanche un film, come diceva qualcuno, è la vita vera, è la nostra vita e noi siamo solo i protagonisti!!

Sono entrata nel trial clinico, ho fatto il primo ciclo della mia nuova terapia… una terapia sperimentale!

Vi racconterò 💕

“Viva la libertà ” Jovanotti

La ragazza con il turbante

Quattro cuori e un turbante!

Quattro cuori e un turbante!

Mamma, la Giusy che vi ho presentato, quella che si dilunga e che piange (ovviamente, come previsto, ha pianto leggendo il post precedente), a Natale mi ha fatto un regalo, un libro!

Titolo: Quattro cuori e un turbante.

Autore: Camilla & Giusy.

Non avete capito niente lo so, anche io in realtà non avevo capito un granché!!

Mamma Giusy ha pensato di unire tutti i miei post del blog e i suoi pensieri, scritti in questi anni, e raccoglierli in un libro!

Il pensiero sfrontato di una giovane figlia alle prese con la sua malattia e il pensiero quasi segreto di una Mamma!

L’intero ricavato sarà devoluto alla lilt (Lega Italiana per contro la lotta contro i tumori) di Sassari e, nello specifico, doneremo il ricavato al reparto di oncologia delle cliniche universitarie, luogo che frequento abitualmente e che negli anni è diventato anche familiare, al fine di poter aiutare chi come me condivide questa malattia.

Verrete aggiornati su tutto, su ciò che riusciremo a comprare con il ricavato!

Il prezzo del libro è di 15€

Per informazioni potete contattarmi qui sulla mia pagina oppure lo potrete acquistare (da lunedì) nella libreria Koinè, in via Roma 137 a Sassari!

Grazie per il vostro prezioso contributo

#fuckcancer 💕

La ragazza con il turbante

Family portrait

Family portrait

I parenti non si scelgono, la famiglia è quella che ti capita e io ammetto di essere nata nella famiglia giusta per me.

Non ho mai parlato di loro, non li ho mai presentati ufficialmente, loro sono quelli che stanno dietro le quinte, sono quelli che sorridono per farmi felice.

Mattia, mio fratello, quello che il giorno della diagnosi mi chiamò urlando “dimmi a che stadio sei, voglio sapere lo stadio!non mentirmi!!” E non smetterò mai di ringraziarlo per le grandi risate che mi fece fare, sembrava una di quelle frasi sentite in una puntata di Grey’s Anatomy!

Papà, Paolo, l’uomo del silenzio che nei momenti di panico spazza il piazzale della nostra casa in campagna con una meticolosità da certosino ma che continua a trattarmi come la sua preziosa bambina!

Ultima ma non per importanza, Mamma, per gli amici Giusy, famosa per il suo entusiasmo eccessivo per le cose (chi la conosce sa a cosa mi riferisco!), per le sue lacrime segrete, e non, e per i suoi racconti infiniti!

Qualche mese fa queste quattro folli persone, me compresa, hanno deciso di marcare indelebilmente la propria pelle con un tatuaggio… un piccolo cuore con un grande significato!

Sono passati esattamente 3 anni e 8 mesi dalla mia diagnosi e in questi anni ho visto una famiglia spaventata, terrorizzata, arrabbiata, unita, pronta a donare e ricevere amore, una famiglia supportata e sopportata dagli amici e ho visto una famiglia con tanti nuovi capelli bianchi e nuove rughe ma pronta a tutto!

I difetti non li ho elencati, ma ne siamo pieni credetemi!

Grazie per quello che avete fatto e continuate a fare per me.

Mamma non piangere ti prego!!!

P.S. non perdetevi il prossimo post, vi svelo solo il titolo “quattro cuori e un turbante”!

A presto!

La ragazza con il turbante

“Padremadre” Cesare Cremonini